ç

Il tema del viaggio nella produzione artistica di Doriana Onorati

è

La produzione artistica più recente di Doriana Onorati approfondisce le tematiche orfiche della sua precedente creatività e le sviluppa nella direzione del “viaggio”, della perlustrazione interiore ed esteriore della realtà. Qui il “viaggio”, che si trasforma spesso in “volo”, possiede valenze osmotiche, fluide, dialogiche, in un sentimento magico di cooperazione cosmica, dove i contrasti tendono a svanire, riassorbiti in quella visione del mondo che considera gli opposti in funzione di complementarietà.

Di conseguenza le tele, come le opere scultoree, pongono in risalto l’interrelazione di tutto il vivente,il filo di amicizia che lega ogni creatura all’altra nel profondo, al di là dei contrasti esistenziali sia pure cruenti.
Mi sovviene in proposito la sfera scultorea intitolata ”Gli Angeli del bene e del male”, dove la lotta fra le potenze del bene e del male si trasforma in una eterica danza, in un angelico salto agravitazionale.

Questa motilità aerea è la forza archetipale che governa, anima e muove il mondo.
È l’espressione del valore e del senso delle cose.
È la fratellanza universale che unisce gli esseri fra di loro e li fa sentire figli dello stesso Padre e della stessa Madre, espressioni differenti della stessa verità.
Tratto peculiare di questa poetica del “volo”, o del “viaggio”, è dunque l’ulissismo inteso in chiave orfica, autoanalitica; in chiave di gnosi sapienziale, di esperienza e conoscenza del mondo e di sé.

Un’arte, dunque, pregna di suggestivi richiami: da quelli orfico-arcaici, per l’appunto, a quelli danteschi; da quelli preromantici del Sublime (di Blake soprattutto) all’automatismo dei surrealisti; dall’organicismo di Arp al cosmicismo di Moore.
Singolarissimo è il senso della circolarità, della sfericità, del “tutt’uno”, in quella visione olistica della vita che avvicina indubbiamente l’artista alla sensibilità New Age e che spinge alla comprensione, al superamento dei blocchi e dei limiti esistenziali, senza per questo cedere all’irrazionalismo dell’indistinzione.

Uno spiritualismo sui generis, quello di Doriana Onorati; un misticismo non paralizzante o nirvanico, ma al contrario intriso di senso evolutivo, di senso dell’avventura,di smarrimento e di pathos, di doloroso amore per l’infinito.
Da un lato l’immensità e dall’altro la contingenza, la pochezza dei limiti umani.
Da un lato l’attrazione e dall’altro l’atterrimento, entrambi indispensabili all’elevazione spirituale, alla proiezione del limitato nell’illimitato.

È una circumnavigazione dell’animo umano, un periplo intorno alla natura dell’uomo per capirne l’essenza, le origini,le finalità. Il segno, come un soffio di vento, è gestualmente unico, compiuto senza interruzioni.
Circolare o spiraliforme, la sua evoluzione è rapida e dà il senso dell’uno nella molteplicità, della riunione nella complessità.
È facile intuire quanto ciò abbia attinenze con l’animo maternale, squisitamente femminile dell’artista, al tempo stesso inquieto e rassicurante, pacifico nella tumultuosità.

Franco Campegiani

ç  

è