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Giorgio Bárberi Squarotti

LE LANGHE E I SOGNI

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Doriana

La scultrice Doriana aveva appena
concluso per malizia e per la fede
di Dioniso e dei Papi la dolcissima
forma di una ragazza già un poco
matura, ma trionfale tuttavia
ancora per il pieno corpo e i biondi
e quieti capelli: aveva aperte
le cosce, un poco troppo, perché forse
dietro c'era un bambino oppure un vecchio
voglioso: pietra o gesso o la più mordiba
creta o, a guardare meglio, era la carne
liscia, candente, così calda e tenera,
se l'accarezzi nel culmine del giorno
d'ottobre, che è ancora vera estate
se tu la credi tale per virtù
dell'arte creatrice della vita,
perché è di Dio nepote.

Alvito, 5 ottobre 2002

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