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Il coraggio della femminilizzazione

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Doriana Onorati è unità nello scolpire e nel disegnare.
È dono raro, che in lei diventa fusione, e quindi completezza di elementi, nel fare quadro disegnato o nel fare scultura che ha, nel retroterra dell'opera, la meditazione del progetto.
Quindi la linea.
C'è un vigore quasi di fiamma nelle mutazioni che la materia subisce nella modellazione.
Una fornace interiore segue l'opera sino alla purezza della forma, parto della fantasia, legato però al Corpo, come sacralità.
La coppia in famiglia, eros, figli, è un fiorire evidente nelle forme scolpite.

C'è una statua, erma di confine tra la nostra civiltà di ieri e di oggi, che la scultrice, giocando a nascondiglio, intitola alle due facce di Psiche.
Che ne ha infinite.
È di fatto una versione femminilizzante di Giano Bifronte: dio degli dei, della fecondità.

Doriana Onorati femminilizza Giano.
Affermazione di femminilità?
Non solo.
È canto alla Mater, fecondatrice.
C'è inventiva e coraggio segreto.

Giuseppe Selvaggi

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